31 ottobre 2005

Il miracolo e l'omicidio

Oggi voglio trasmettervi due sole idee forti: il miracolo e l’omicidio. Si, il sovrannaturale da un lato e l’umano dall’altro, i due opposti, la civil tenzone, il diavolo e l’acquasanta.
Iniziamo dall’acquasanta, dal miracolo.
Guardate la sala… come la immaginavate prima di venire? Più piena? Più vuota? Per me siamo proprio tanti. Mai visti tanti liberali tutti assieme a Milano nei tre anni di lavoro sin qui svolti. Il miracolo è aver riunito qui tanti amici, ma oh’ miracolo vero e proprio è che in questa sala siamo tutti i liberali con la “i” alla fine. Chi è venuto oggi, con un logo destra liberale / liberali per l’italia da un lato e un PLI finalmente senza alleanze improbabili con socialisti e laici di ripiego, ha scelto di tenersi ben salda la “i” e di lasciare ogni connotazione liberal a qualcun altro.
PS. Nella sala accanto ci sarebbero altri liberali (e forse qualche liberal). Perché non sono qui, potrebbe domandarsi qualcuno? Perché non hanno capito. Non hanno capito il senso del miracolo: i liberali italiani non possono che andare dove c’è una bandierina, il colore giallo e il simbolo storico. Duecento anni di storia non si barattano per qualche seggio sicuro in Parlamento. Un ideale non si cancella con una conferenza stampa assieme al Presidente del Consiglio.
E del resto noi abbiamo la coscienza a posto. Quest’estate, quando i giornali parlavano di Pannella con i socialisti (un libertario radicale con i socialisti…. Von Mises si rivolterebbe nella tomba, poverino) e di Dalla Vedova che resisteva decidemmo di contattarli per chieder loro un incontro. Non ci hanno mai risposto.

Se siamo qui lo dobbiamo in prima battuta all’iniziativa congiunta di Giuseppe, di Giampaolo, di Gabriele, mia e di Carlo. Ci siamo incontrati e reincontrati, e (specie fra me e GP) dopo i primi “vaf…” iniziali, come in ogni commedia americana che si rispetti, abbiamo deciso, che si alla fine vogliamo proprio provare a fonderci e a divenire una sol cosa. Conoscendomi, e avendo imparato a conoscere gli amici di GP e di Giuseppe, sono arcisicuro che i “vaf... “continueranno alla grande. Ma non temere–Gabriele. Tranquillizzati! Non sono poi “vaf…” seri! Sono le tipiche liti tra fratelli… dopo due minuti saremo ancora assieme a giocare.
Sappiamo tutti che in Lombardia da oggi riparte alla grande la tradizione liberale storica. E che di questo miracolo tutti noi presenti siamo artefici e testimoni, attori e spettatori e lavoreremo tutti assieme perché il miracolo si trasformi in oh miracolo

Bene, ed ora passiamo invece all’omicidio. Si, all’omicidio premeditato.
La premeditazione risale a prima dell’Estate, a quando abbiamo aperto la nostra fabbrica del programma sul sito. E la preparazione dell’omicidio è poi ripartita a Settembre, parallelamente ai gruppi che stanno lavorando sulla proposta programmatica finale.
Questi gruppi di lavoro sono guidati dall’instancabile Giangiorgio. Grazie a lui abbiamo fatti passi da gigante e la nostra proposta di programma è quasi pronta. Ma grazie a lui stiamo anche affilando le armi ai nostri assassini.

Perché parlo di programma e di omicidio allo stesso tempo? Perché il programma mira alla creazione di uno Stato Liberale, e –vedrete presto- realizzare lo Stato veramente liberale è un’impresa improba, difficilissima, che ti fa subito fare un sacco di nemici.

Innanzitutto abbiamo gli avversari politici, quelli che parlano senza dire nulla, fanno un mare di blablabla, riempiono le pagine dei giornali, tirano a campare, si posizionano allo stesso tempo in difesa e in attacco, da terzini e da centravanti. Gli arlecchini di cui questo Paese è pienissimo, i voltaggabana, gli industriali della politica.
Costoro saranno lestissimi a criticare le nostre proposte appena le tireremo fuori, le affosseranno, le giudicheranno troppo teoriche, troppo futuristiche, troppo ingenue, troppo tutto. Salvo poi impararle a memoria, adattarle alla loro realtà, prendere il buono che c’è dentro ogni proposta che si rispetti per poi riproporle come fossero loro e trarne il massimo ritorno per sè stessi.
Noi siamo un popolo la cui scuola ha insegnato a copiare, a barare, a fare i furbi. Sappiamo criticare benissimo, sappiamo affossare gli altri splendidamente, ma abbiamo rinunciato a pensare, a sforzare il nostro cervello a trovare altre strade, ad essere umili al punto di dire: “ohibò –questa è una bella pensata! Complimenti”! Il nostro modello sono i dibattiti televisivi. E non c’è bisogno di aggiungere altro.

Ma ci sono altri tipi di nemici, quelli più seri, quelli più in gamba, quelli cui uno Stato Liberale andrebbe a rompere le uova nel paniere.
Chi sono costoro?

Tanti, troppa gente, impossibile nominarli tutti. Ma possiamo almeno capire da che parte verranno e il motivo del loro omicidio… si, possiamo farlo andando a ripercorrere i punti cardine della nostra proposta di programma che ha uno scopo sopra tutti gli altri: restituire il potere nelle mani dei cittadini. E’ questa la forza dello Stato liberale. Ed è questa la grande attualità del nostro messaggio liberale: restituire il potere nelle mani dei cittadini.

Restituire il potere nelle mani dei cittadini vuol dire separare e controllare veramente i poteri dello Stato e far di tutto affinché il cittadino divenga l’unico artefice della sua fortuna (faber est suae quisquae fortunae… come al tempo dei romani).

Ed allora, scusandomi per l’ovvia sinteticità elenco di seguito alcune delle proposte più truculente che servono a realizzare il primo Stato Liberale Italiano.
  1. Per realizzare pienamente lo Stato Liberale occorre un cambiamento radicale della Carta Costituzionale, il cui articolo 1 dovrà fondarsi sui principi di libertà, vita, lavoro, proprietà privata, meritocrazia e legalità. Ciò basta a rendere incostituzionale ogni proposta di tassazione delle rendite e dei BOT ed ogni mancato pagamento del canone di locazione.

  2. Lo Stato Liberale parte da una tabula rasa. Avrà un’organizzazione statale completamente nuova, ridotti costi di gestione, una migliore efficienza operativa e abolirà i poteri di tutta quella massa di burocrati ed amministratori locali. Ed imporrà anche l’abolizione di tutte le leggi esistenti nonché la riscrittura di testi unici con riduzione del numero degli articoli e semplificazione del linguaggio giuridico e delle procedure.

  3. Lo Stato Liberale non è ne repubblicano né monarchico. Per definire il suo capo, eletto a suffragio universale dai cittadini, siamo tornati indietro all’epoca storica quando l’Italia era il faro del mondo: e per noi si chiamerà Caesar. Il Caesar sceglie i suoi ministri ed assieme fanno le leggi.

  4. Il Caesar è controllato dai rappresentanti del popolo costituiti in un Senatus (di massimo 100 persone) che approva o boccia le leggi, ma non ha potere legislativo. In caso di conflitto tra Caesar e Senatus, i cittadini sono chiamati al voto (elettronico) per rieleggerli e/o decidere sulla questione. Quindi niente partiti, mediazioni, accordi sottobanco, voti segreti ma spiati, voltafaccia, etc.

  5. Il potere esecutivo è demandato al Direttore Generale dei singoli Ministeri. Sono loro ad essere (già) pagati per mettere in pratica quanto viene legiferato e deciso dai ministri e dal Caesar. E il loro operato verrà controllato dallo stesso Ministro di competenza, attraverso una struttura indipendente. Quindi niente furti, bustarelle, fatture false o gonfiate alle spalle di chi paga.

  6. Il potere giudiziario è della Magistratura. I cittadini eleggono il presidente del Tribunale regionale, che poi sceglie i suoi collaboratori e resta in carica per 4 anni. La Magistratura è controllata da un organo sovrano (CCS) composta da cittadini eletti ogni 2 anni. Quindi niente politicizzazione dei magistrati, o indagini più veloci ed indagini più lente. I magistrati risponderanno direttamente del loro operato a chi li ha eletti e li ha scelti. A fronte di giudizi ridicoli, o lenti o falsati tornano a casa, senza più arte né parte.

  7. Lo Stato Liberale avrà meno Regioni delle attuali e le accorperà per tradizione storico-culturale. Alle Regioni è riservato un potere legislativo limitato ad alcune materie. Non esisteranno più Province, Città metropolitane, ed enti territoriali minori. I Comuni avranno solo poteri amministrativi. Le grandi città potranno accorpare amministrativamente quelle più piccole. Quindi niente più eserciti di occupazione territoriale fatto da amministratori, consiglieri, consulenti, portaborse, uscieri etc.

  8. Lo Stato Liberale è contro ogni forma di monopolio e di concentrazione economica e tende alla realizzazione di una vera economia di mercato favorendo la competizione e riducendo ogni sorta di barriera o di tariffe. La politica economica dello Stato Liberale deve favorire e difendere la produzione italiana nella competizione internazionale. Quindi grande attenzione alle PMI, al grado di produzione realizzato veramente in Italia e agli incentivi per creare valore nella nostra penisola.

  9. Lo Stato Liberale è per la flessibilizzazione e liberalizzazione completa del mercato del lavoro. Ciò impone la riforma completa del rapporto di lavoro sia privato che pubblico e la fine del mito del posto fisso. Quindi grande libertà a tutte le aziende di assumere e licenziare in funzione delle loro esigenze (problemi economici, incapacità, pigrizia, etc). E quindi anche grandi opportunità per i bravi, i meritevoli, i flessibili, i creativi di fronte allo spuntare continuo di nuove offerte di lavoro da un mercato finalmente libero. Ma servono chiaramente ammortizzatori sociali: lo Stato Liberale non ha nulla in contrario alla creazione di un Ente Statale dei Disoccupati. Almeno si fa chiarezza e si aboliscono le scuse, i lavori di facciata, i permessi annuali, i due/tre lavori sottobanco.

  10. Lo Stato Liberale prevede l’abolizione di tutti gli albi e ordini professionali e altre categorie protette, ivi compresi quelli dei giornalisti e dei magistrati. Si quindi ai controlli ex-post (idoneità, capacità, sicurezza, igiene, etc) ma piena libertà a tutti quanti di investire su sé stessi e nell’attività che si intende perseguire.

  11. La politica fiscale dello Stato Liberale si declina con:
  • una decisa riduzione del carico fiscale per imprese e persone fisiche,

  • l’ abolizione del sostituto di imposta  e di tutti i prelievi automatici,

  • la lotta all’evasione fiscale tramite la deducibilità dei costi sostenuti per la produzione del proprio reddito

  • l’obbligo del pareggio di bilancio di Regioni ed Enti pubblici, attraverso l’allineamento della spesa pubblica alle entrate realizzate,
  1. Lo Stato Liberale vuole la liberalizzazione del percorso individuale di studio, premia la meritocrazia e riconosce la qualità dell’insegnamento attraverso selezione del corpo docente e adeguamento del sistema premiante.

  2. Lo Stato Liberale abolisce i concorsi universitari per permettere la libera scelta dei professori da parte delle singole università ed impone l’auto-finanziamento delle università e la più libera scelta di alleanze internazionali.

  3. La difesa personale e del patrimonio è un diritto fondamentale del cittadino dello Stato Liberale che si impegna ad estendere il principio di legittima difesa verso specifiche fattispecie (furti in abitazioni e/o attività commerciali, stupri, atti vandalici, etc) e difende la certezza della pena definendo inammissibili le riduzione dei permessi, o amnistie e indulti.

  4. Lo Stato Liberale crede nel ruolo delle Forze Armate e quindi è per un continuo reclutamento e formazione professionale ai massimi livelli così come ad un continuo ammodernamento ed investimento negli armamenti.

  5. Lo Stato Liberale pone grande attenzione ad uno sviluppo economico-industriale compatibile con l’eco-sistema. I parametri di salubrità dei prodotti alimentari previsti dallo Stato liberale dovranno essere applicati anche ai prodotti di importazione.

  6. Lo Stato Liberale impone la logica del bello nell’ambiente  e nelle città e vuole la salvaguardia delle armonie (di forma, colore, struttura) nella costruzione e manutenzione degli immobili e dei giardini e parchi.

  7. Lo Stato liberale è un Paese dove è garantita la libertà di stampa e di espressione purché tale libertà non violi la vita privata dei cittadini e la segretezza delle indagini giudiziarie.

  8. Lo Stato Liberale ha il dovere di porre in primo piano la salute dei cittadini e prevede di organizzare e gestire direttamente dei centri di eccellenza per la cura e la ricerca, distribuiti in modo proporzionale agli abitanti, su tutto il territorio nazionale.

Mi fermo qui.
L’avvento dello Stato Liberale affranca il cittadino italiano dalle pastoie e dai freni nei quali è vissuto finora. E’ ovvio che questo non potrà avvenire in modo indolore ed è per questo che –forse- richiederà lacrime e  sangue.
Ma abbiamo di fronte a noi il disordine e l’inciviltà raggiunti dalla nostra società, in un circolo sempre più vizioso e sempre più rapido. Guardando gli occhi di mia figlia non posso star fermo ad aspettare Godot. Ho da tempo deciso di rimboccarmi le maniche sapendo di rischiare l’omicidio.  Ma lo Stato Liberale è l’Italia che voglio lasciare in eredità alla mia piccola.
Grazie a tutti!

24 ottobre 2005

Uguaglianza e Libertà... ma ci faccia il piacere

E' tornato Santoro in televisione grazie al supermolleggiato Permaflex. E giù critiche mediatiche da destra ed apprezzamenti mediatici da sinistra. E giù anatemi, vituperi, lodi sperticate, lauree honoris causa.


Ad un certo punto del suo intervento, Santoro dice: viva l'eguaglianza, viva la libertà.


A parte l'uso improprio del copyright della rivoluzione francese, nessuno, fra i tanti commenti al suo ritorno televisivo, ha commentato la frase.


Ed invece noi l'abbiamo notata, la commentiamo qui sotto ma soprattutto vorremmo segnalarla ad un neurologo in quanto chiaro sintomo di disordine mentale.


Signor Santoro, noi non vogliamo giudicare i suoi trascorsi, le sue trasmissioni, le sue invettive e le sue polemiche. Noi vogliamo solo dire che lei sbaglia a collegare uguaglianza e libertà. I due concetti, -ci scusi il nozionismo- sono antitetici.


O si è per l'uguaglianza o per la libertà. O ci si adopera per limare ogni differenza, ridurre ogni divario, accorciare ogni distanza oppure si lavora per permettere ai più bravi di correre di più, ai migliori di avere più riscontri delle loro qualità, ai diversi di veder riconosciuta la loro diversità. Parlare di eguaglianza e di libertà è un controsenso. E' un insulto alla logica della gente che pensa. E' un sintomo negativo della cultura dominante e politically correct che lei propaga dalla TV di Stato (e quindi pagandola con i nostri soldi).


Una società che fa della libertà la sua filosofia dominante cercherà di offrire ai suoi cittadini pari opportunità di partenza (e quindi uguali opportunità) ma poi premierà il merito, le differenze, le diversità insite nell'animo umano.


E cosa farà invece la sua società, Signor Santoro? In che modo potrà premiare uguaglianza e libertà? Cosa varrà di più? Cosa farà premio sulle scelte sociali?


Ma ci faccia il piacere. Per favore. La prossima volta attacchi pure chi vuole, ma lasci perdere la filosofia. Non è il suo forte.

15 ottobre 2005

Un miracolo a Milano: i liberali uniti

Il miracolo di Milano sta per realizzarsi: tutti i liberali con la “i” finale si riuniscono per discutere amichevolmente su come cambiare l’Italia.
Perché il miracolo?

Perché da un lato il PL con la I di Deluca rinuncia alle alleanze improbabili con socialisti e repubblicani (era una delle nostre condizioni disattese al congresso di Dicembre… leggi l’articolo pubblicato allora --->>).
E dall’altro noi di DL/LpI facciamo un passo indietro e uniamo il nostro gruppo (e la nostra verginità politica) con un nome storico, anzi con uno dei loghi storici della vita politica italiana… con il Partito che sino agli inizi degli anni Ottanta era il simbolo della gente perbene italiana.

L’inflazione del termine “liberale” in Italia ha raggiunto livelli parossistici. Tutti si professano liberali. Passi per la Sinistra Liberale di Zanone & Co…. Loro qualche diritto forse ce l’hanno ancora. Ma quando sentiamo il termine “liberale” nella bocca di socialisti (Bobo Craxi), di democristiani (Casini, che addirittura parla di destra liberale), di Fassino, di Sgarbi (sic!), di Berlusconi (ma quale partito liberale di massa, signor Presidente!), beh, allora ci viene la pelle d’oca e ci arrabbiamo.

E ci viene voglia di chiedere a tutti costoro: “ci dite per favore qualcosa di liberale?” Qual è il vostro ideale di liberalismo? Cosa avete fatto sinora nella maggioranza (Craxi), alla Presidenza della Camera (Casini), all’opposizione (Fassino), al Maurizio Costanzo show (Sgarbi), al Governo (Berlusconi) per ridurre il peso della burocrazia, per diminuire il peso e l’invadenza dello Stato, per restituire il potere ai cittadini, per aumentare la meritocrazia e la concorrenza in Italia?

A queste domande la nostra risposta è un foglio bianco, penosamente bianco, con sopra scritta una sola parola: “bufale”.

Si. Sinora tutti coloro che si sono professati liberali hanno utilizzato questo nome glorioso come un mero termine di marketing. Forse nessuno sa esattamente cosa voglia dire essere liberali. Ma il termine è trendy, fa tendenza, è chic! E giù allora con definizioni creative quali socialismo liberale, sinistra liberale, riformatori liberali, etc etc.
Se il trend è lì… allora via! Come tante mosche al miele!

Bene, se miracolo deve essere, allora sia! Il 22 Ottobre al Palazzo delle Stelline di Milano molti liberali si riuniscono per presentare il loro programma di Stato Liberale. Noi diremo che cosa vuol dire essere liberali oggi. Senza slogan, senza appropriazioni indebite, senza timore di sondaggi e quote di mercato. Diremo con coraggio che volere il vero liberalismo in Italia vuol dire fare una vera e propria rivoluzione. Dove si vanno ad intaccare tutti i potentati costituiti per realizzare un semplice obiettivo: rimettere il cittadino italiano, veramente, al centro della gestione della sua res publica.

Tutto il resto, tutte le altre definizioni che sentiremo in questa campagna elettorale infinita, permettetemelo, sono solo meri espedienti di marketing… e nient’altro.

07 ottobre 2005

Made in Italy

Sul sito http://www.liberaliperlitalia.it/ abbiamo dedicato una rubrica al "made in Italy" e scritto un articolo due anni fa che senza falsa modestia è stato profetico... la FIAT sta ritornando a fare auto degne dello stile e del gusto italiano.

Ed ora, a 2 anni di distanza, il nostro Presidente Ciampi fa un uscita pubblica invitando a comprare italiano.

Ci trova perfettamente d'accordo. E' vero che il liberalismo predica il libero scambio, la libertà del mercato, la competizione perfetta, la scelta dei consumatori-elettori (von Mises). Ma è vero anche che i liberali non sono scemi. Noi sappiamo bene che lo Stato più liberale del mondo (gli USA) sono diventati quel che sono con una politica protezionistica a difesa della loro industria. Gli USA hanno sempre imposto dazi per i loro settori industriali malati. Hanno sempre bloccato importazioni pericolose per la loro economia e la loro industria introducendo una legislazione "ad personam". Ed ora sono per la globalizzazione... visto che le loro aziende e i loro capitali ormai possono comprare tutto quel che vogliono.

Questo non è libero mercato, non è competizione, non è liberalismo. Ed allora noi liberali dobbiamo difenderci. Dobbiamo lottare per il made in Italy. Dobbiamo imporre dazi morali contro chi NON compra italiano.

E dobbiamo indignarci se la Polizia Italiana o i nostri rappresentanti politici continuano a comprare auto straniere. E se nei ristoranti italiani si bevono vini californiani. E se i supermercati italiani pongono nei posti più strategici prodotti d'oltralpe. Così come dobbiamo indignarci se i nostri produttori agricoli lasciano cadere i frutti per terra anzichè raccoglierli (succede in Basilicata) perché costa di più... mentre la frutta che mangiamo viene dal Kenia o da altre località altrettanto esotiche.

Il made in Italy va difeso da ogni cittadino che ha la carta d'identità italiana. Senza dazi o balzelli antiliberali ma per un semplice, fortissimo, esemplare motivo: l'amore per la nostra Patria.

Ed è per questo che vogliamo dire grazie al Presidente Ciampi.


NOTIZIA REUTERS
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, intervenuto ad Aosta in occasione dell'incontro istituzionale con le autorità locali, ha esortato gli italiani a sostenere il Made-in-Italy per dare impulso alla ripresa dell'economia italiana.


"Quando compriamo un prodotto italiano, diamo impulso alle attività delle nostre imprese", ha detto il presidente rivolgendosi agli amministratori della città piemontese in un discorso riportato sul sito del Quirinale.


"Le imprese e le famiglie, per l'incertezza del futuro, sono trattenute dall'investire e dallo spendere", ha precisato il capo dello Stato. Per questo, ha aggiunto, l'Italia deve intervenire infondendo fiducia e gli italiani devono rispondere comprando i prodotti locali e così facendo aiutando le imprese locali.


Ciampi ritiene inoltre che per l'economia italiana la ripresa sia possibile. "Ce la possiamo fare - ha detto ad Aosta. "Non siamo condannati a registrare statistiche negative. Anche dai più recenti dati dell'Istat sulla produzione qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione".


Il capo dello Stato dice di aver intravisto "segnali di risveglio, di voglia di riscatto, di idee imprenditoriali nuove". Segnali di ripresa anche nelle esportazioni, "che presentano (però) tuttora una serie di difficoltà in alcuni settori", ha aggiunto il presidente della repubblica.


Le aziende hanno rinnovato i prodotti anche nell'ultimo anno, un "anno difficile", ha ribadito Ciampi. "Il problema maggiore resta la domanda interna stagnante, sia i consumi, sia gli investimenti".

03 ottobre 2005

Sogni e Realtà... i parcheggi sotto gli alberi

Il 23 Settembre il Comitato di Piazza Aspromonte ha organizzato una Festa nella Piazza e per i cittadini. Il Consiglio di Zona 3 la ha co-finanziata cercando anche di trarne un ritorno politico (il suo Presidente Viola non ha avuto fatica a salire sul palco per "salutare" i cittadini) con un'incredibile voltafaccia, visto che nel frattempo ha dato parere favorevole ad altri parcheggi sotto gli alberi (piazza Gobetti, via Bazzini, piazza Durante).
Questo ha originato un interessantissimo dibattito nel forum del comitato al quale -ovviamente- abbiamo partecipato anche noi.
Di seguito riportiamo tre degli ultimi interventi... soprattutto per ribadire che deve esserci un modo per fare politica e far realmente gli interessi dei cittadini!

1. MARINA BOZZA: LA MIA PERCEZIONE DELLA FESTA
Sabato 24 Settembre ore 15:30.Cominciano a comparire i primi bambini, un po' spauriti, un po' attratti daicolori del campo da basket. Nel giro di 10 minuti si avvicinano ai pagliaccitruccatori. Mi volto, dopo un po' sono già un bel capannello....il truccopiace sempre ai bambini. I pagliacci finiranno il loro lavoro coi crampialla mano, tre ore dopo. Comincia la favola animata, si sciolgono le riserve...i più piccoli sono ancora intimiditi, i più grandi seguono l'animatrice.Sono ai tavoli, nel frattempo arriva tanta gente, spesso l'amico dell'amico,a portare torte, pizzette, bibite...mamma mia quanta roba, in quanti hanno"spignattato" per darci una mano ! I bambini giocano. Mi volto di nuovo evedo delle bellissime onde colorate di cartapesta. Uno spettacolo, quantisaranno questi bambini ??? Tutti assieme seguono la favola sugli alberi .Poi cominciano a disegnare sui rotoloni. Quanti sono ... che bei disegni ,nessuno riesce a staccarli dai loro pasticci ! Li guardo i bambini dellapiazza. Sono tutti bellissimi, hanno tanta voglia di divertirsi, e anch'iofinalmente mi sento felice...in cuor mio penso che la piazza sia loro ed èper loro che deve rimanere così . Comincia la merenda. Un assalto ! C'è chilascia qualcosa, chi nulla. Non importa. Non è un obbligo. E' una giornatadi festa per tutti, anche per chi non vuole tirare fuori un centesimo.Comincia la musica, i balli. Ci aspettavamo i ballerini della "terza età..."ma in pochi si lanciano nelle danze. Al contrario, i bambini si scatenanocome matti ! Una guardia ecologica racconta gli alberi della piazza, anche ibambini la seguono, chissà se si ricorderanno qualcosa.... Poi la tantagente che viene da noi e ci ringrazia, gente che incroci per strada e chefinalmente ha il coraggio di chiedere, di capire.... La sera comincia ilsecondo round. Per l'aperitivo arrivano i rinforzi. Che dire delle ottopizze, finite in due minuti ? della torta salata della trattoria greca, ditutti gli esercenti che ci hanno dato una mano senza chiedere nulla incambio! La sera un concerto bellissimo. Neanche l'acustica è male, pensavopeggio ! Sembra una sera d'estate. Francesco porta il caffè in piazza, sulvassoio, con il servizio della festa! E' il tocco finale. Sto veramente benePenso, forse siamo davvero molto fortunati.Per me i ricordi di Sabato sono questi.Non i discorsi istituzionali, non le polemiche su di chi è la festa, non leaccuse di servilismo, non le ripicche. Per me Sabato è stato il momento perfesteggiare qualcosa di unico. Piazza Aspromonte che resta quello che è, enon diventa un parcheggio. Che dite non è forse abbastanza ???

2. ADOREO: UNA NOTIZIA
VENERDI’ 30 SETTEMBRE 2005, ORE 18.30, presso la sede del Consiglio di Zona 3, via Sansovino, 9è convocato unCONSIGLIO DI ZONA MONOTEMATICO con O.d.G.:PARCHEGGI SOTTERRANEI DI VIA BENEDETTO MARCELLO E RELATIVE SISTEMAZIONI DI SUPERFICIEIl Consiglio è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini. PARTECIPATE NUMEROSI per fare sentire la vostra voce, prima che vengano adottate decisioni sbagliate, contrarie alle promesse fatte e dannose per la vivibilità del quartiere.COSA CI AVEVANO PROMESSO...La costruzione dei parcheggi sotterranei in Via Benedetto Marcello è stata accolta positivamente dai residenti e dal Consiglio di Zona 3 anche (e soprattutto) perché accompagnata da una promessa di riqualificazione dell’area, secondo quanto prescritto dal vincolo ambientale cui è sottoposta, che la vuole a verde con quattro (o sei) filari alberati, gemella di Via Morgagni....E COSA AVREMO.Ma, a lavori ormai ultimati, il 19 aprile 2005, il Settore Strade, Parcheggi e Segnaletica del Comune di Milano chiede una “necessaria modifica del soprassuolo, al fine di poterlo rendere utilizzabile dai mezzi e dalle bancarelle degli ambulanti” del mercato bisettimanale e “ritiene corretto” riposizionare solo “due dei quattro filari alberati previsti” e la “sostituzione delle pavimentazioni in calcestre/ghiaietto con pavimentazioni carrabili in pietra”.

3. MARIO CAPUTI: SOGNI E REALTA'

Rispondo al messaggio di Adoreo e a quello di Marina.Sarebbe bellissimo il mondo descritto da Marina, l'idillio difamiglie in festa, e di bambini che si rincorrono, e di picnicsull'erba, e di giochi all'aria aperta. Sarebbe ciò che tutti icittadini perbene potrebbero augurarsi. Un sogno ad occhi aperti.Poi però ci si risveglia con le riunioni del CdZ, con i cambiamentiin corso d'opera, con i consigli monotematici, con le promesse nonmantenute, con le "hidden agendas" (priorità nascoste), con gliobiettivi di business, con le consorterie, con gli assalti alladiligenza, con lo scempio dell'Italia.A me dispiace sinceramente star qui a spendere il tempo di tutti noicon precisazioni, contro-precisazioni, puntualizzazioni, contro-puntializzazioni (che alcuni chiamano molto piùsemplicemente "polemiche"). Non sono un tipo polemico, non sonoun "sobillatore di cittadini" (parole dettemi personalmente dalnostro emerito presidente Viola). Non mi paga nessuno per farmivenire il mal di fegato e per farlo venire a tutti voi.Ma non sono un sognatore. Non ho mandato il mio cervelloall'ammasso. Non credo sia possibile vivere alcun idillio e alcunsogno quando giornalmente so dell'esistenza dell' "homo hominislupus" (= uomo, lupo dell'uomo).C'è chi fra di noi dice di non mostrare le "divergenze" all'internodel comitato (e di usare altri indirizzi) "perché da questoindirizzo ci leggono tutti".NON SONO D'ACCORDO. NON HO ALCUNA VOGLIA DI NASCONDERE IL
MIO DISSENSO!Signor Viola, vada ad organizzare la stessa festa, pagandola con inostri soldi, a Piazza Gobetti. Mostri il suo coraggio. Dica aicittadini di Piazza Gobetti perchè vuole distruggere i loro alberi,e perché non si adopera per una soluzione alternativa.E dica ai suoi colleghi degli altri CdZ di Milano di organizzare lestesse feste al Bosco di Gioia, a piazzale Libia, a piazzaleAccursio. Salga assieme ai suoi colleghi sui palchi di fronte aicittadini, spieghi loro il senso delle vostre decisioni sballate,riempiteli di parole!Ma sappiate che noi sappiamo. Sogniamo come Marina ed Enrico masappiamo. E parliamo. E non vi daremo tregua. Perchè l'italietta cheabbiamo di fronte ogni tanto si ribella. E lei, signor Viola, lo havisto di persona... mentre i nostri cuori erano in pieno fervore edil suo cellulare squillava...
Cordiali saluti a tutti.