31 ottobre 2005

Il miracolo e l'omicidio

Oggi voglio trasmettervi due sole idee forti: il miracolo e l’omicidio. Si, il sovrannaturale da un lato e l’umano dall’altro, i due opposti, la civil tenzone, il diavolo e l’acquasanta.
Iniziamo dall’acquasanta, dal miracolo.
Guardate la sala… come la immaginavate prima di venire? Più piena? Più vuota? Per me siamo proprio tanti. Mai visti tanti liberali tutti assieme a Milano nei tre anni di lavoro sin qui svolti. Il miracolo è aver riunito qui tanti amici, ma oh’ miracolo vero e proprio è che in questa sala siamo tutti i liberali con la “i” alla fine. Chi è venuto oggi, con un logo destra liberale / liberali per l’italia da un lato e un PLI finalmente senza alleanze improbabili con socialisti e laici di ripiego, ha scelto di tenersi ben salda la “i” e di lasciare ogni connotazione liberal a qualcun altro.
PS. Nella sala accanto ci sarebbero altri liberali (e forse qualche liberal). Perché non sono qui, potrebbe domandarsi qualcuno? Perché non hanno capito. Non hanno capito il senso del miracolo: i liberali italiani non possono che andare dove c’è una bandierina, il colore giallo e il simbolo storico. Duecento anni di storia non si barattano per qualche seggio sicuro in Parlamento. Un ideale non si cancella con una conferenza stampa assieme al Presidente del Consiglio.
E del resto noi abbiamo la coscienza a posto. Quest’estate, quando i giornali parlavano di Pannella con i socialisti (un libertario radicale con i socialisti…. Von Mises si rivolterebbe nella tomba, poverino) e di Dalla Vedova che resisteva decidemmo di contattarli per chieder loro un incontro. Non ci hanno mai risposto.

Se siamo qui lo dobbiamo in prima battuta all’iniziativa congiunta di Giuseppe, di Giampaolo, di Gabriele, mia e di Carlo. Ci siamo incontrati e reincontrati, e (specie fra me e GP) dopo i primi “vaf…” iniziali, come in ogni commedia americana che si rispetti, abbiamo deciso, che si alla fine vogliamo proprio provare a fonderci e a divenire una sol cosa. Conoscendomi, e avendo imparato a conoscere gli amici di GP e di Giuseppe, sono arcisicuro che i “vaf... “continueranno alla grande. Ma non temere–Gabriele. Tranquillizzati! Non sono poi “vaf…” seri! Sono le tipiche liti tra fratelli… dopo due minuti saremo ancora assieme a giocare.
Sappiamo tutti che in Lombardia da oggi riparte alla grande la tradizione liberale storica. E che di questo miracolo tutti noi presenti siamo artefici e testimoni, attori e spettatori e lavoreremo tutti assieme perché il miracolo si trasformi in oh miracolo

Bene, ed ora passiamo invece all’omicidio. Si, all’omicidio premeditato.
La premeditazione risale a prima dell’Estate, a quando abbiamo aperto la nostra fabbrica del programma sul sito. E la preparazione dell’omicidio è poi ripartita a Settembre, parallelamente ai gruppi che stanno lavorando sulla proposta programmatica finale.
Questi gruppi di lavoro sono guidati dall’instancabile Giangiorgio. Grazie a lui abbiamo fatti passi da gigante e la nostra proposta di programma è quasi pronta. Ma grazie a lui stiamo anche affilando le armi ai nostri assassini.

Perché parlo di programma e di omicidio allo stesso tempo? Perché il programma mira alla creazione di uno Stato Liberale, e –vedrete presto- realizzare lo Stato veramente liberale è un’impresa improba, difficilissima, che ti fa subito fare un sacco di nemici.

Innanzitutto abbiamo gli avversari politici, quelli che parlano senza dire nulla, fanno un mare di blablabla, riempiono le pagine dei giornali, tirano a campare, si posizionano allo stesso tempo in difesa e in attacco, da terzini e da centravanti. Gli arlecchini di cui questo Paese è pienissimo, i voltaggabana, gli industriali della politica.
Costoro saranno lestissimi a criticare le nostre proposte appena le tireremo fuori, le affosseranno, le giudicheranno troppo teoriche, troppo futuristiche, troppo ingenue, troppo tutto. Salvo poi impararle a memoria, adattarle alla loro realtà, prendere il buono che c’è dentro ogni proposta che si rispetti per poi riproporle come fossero loro e trarne il massimo ritorno per sè stessi.
Noi siamo un popolo la cui scuola ha insegnato a copiare, a barare, a fare i furbi. Sappiamo criticare benissimo, sappiamo affossare gli altri splendidamente, ma abbiamo rinunciato a pensare, a sforzare il nostro cervello a trovare altre strade, ad essere umili al punto di dire: “ohibò –questa è una bella pensata! Complimenti”! Il nostro modello sono i dibattiti televisivi. E non c’è bisogno di aggiungere altro.

Ma ci sono altri tipi di nemici, quelli più seri, quelli più in gamba, quelli cui uno Stato Liberale andrebbe a rompere le uova nel paniere.
Chi sono costoro?

Tanti, troppa gente, impossibile nominarli tutti. Ma possiamo almeno capire da che parte verranno e il motivo del loro omicidio… si, possiamo farlo andando a ripercorrere i punti cardine della nostra proposta di programma che ha uno scopo sopra tutti gli altri: restituire il potere nelle mani dei cittadini. E’ questa la forza dello Stato liberale. Ed è questa la grande attualità del nostro messaggio liberale: restituire il potere nelle mani dei cittadini.

Restituire il potere nelle mani dei cittadini vuol dire separare e controllare veramente i poteri dello Stato e far di tutto affinché il cittadino divenga l’unico artefice della sua fortuna (faber est suae quisquae fortunae… come al tempo dei romani).

Ed allora, scusandomi per l’ovvia sinteticità elenco di seguito alcune delle proposte più truculente che servono a realizzare il primo Stato Liberale Italiano.
  1. Per realizzare pienamente lo Stato Liberale occorre un cambiamento radicale della Carta Costituzionale, il cui articolo 1 dovrà fondarsi sui principi di libertà, vita, lavoro, proprietà privata, meritocrazia e legalità. Ciò basta a rendere incostituzionale ogni proposta di tassazione delle rendite e dei BOT ed ogni mancato pagamento del canone di locazione.

  2. Lo Stato Liberale parte da una tabula rasa. Avrà un’organizzazione statale completamente nuova, ridotti costi di gestione, una migliore efficienza operativa e abolirà i poteri di tutta quella massa di burocrati ed amministratori locali. Ed imporrà anche l’abolizione di tutte le leggi esistenti nonché la riscrittura di testi unici con riduzione del numero degli articoli e semplificazione del linguaggio giuridico e delle procedure.

  3. Lo Stato Liberale non è ne repubblicano né monarchico. Per definire il suo capo, eletto a suffragio universale dai cittadini, siamo tornati indietro all’epoca storica quando l’Italia era il faro del mondo: e per noi si chiamerà Caesar. Il Caesar sceglie i suoi ministri ed assieme fanno le leggi.

  4. Il Caesar è controllato dai rappresentanti del popolo costituiti in un Senatus (di massimo 100 persone) che approva o boccia le leggi, ma non ha potere legislativo. In caso di conflitto tra Caesar e Senatus, i cittadini sono chiamati al voto (elettronico) per rieleggerli e/o decidere sulla questione. Quindi niente partiti, mediazioni, accordi sottobanco, voti segreti ma spiati, voltafaccia, etc.

  5. Il potere esecutivo è demandato al Direttore Generale dei singoli Ministeri. Sono loro ad essere (già) pagati per mettere in pratica quanto viene legiferato e deciso dai ministri e dal Caesar. E il loro operato verrà controllato dallo stesso Ministro di competenza, attraverso una struttura indipendente. Quindi niente furti, bustarelle, fatture false o gonfiate alle spalle di chi paga.

  6. Il potere giudiziario è della Magistratura. I cittadini eleggono il presidente del Tribunale regionale, che poi sceglie i suoi collaboratori e resta in carica per 4 anni. La Magistratura è controllata da un organo sovrano (CCS) composta da cittadini eletti ogni 2 anni. Quindi niente politicizzazione dei magistrati, o indagini più veloci ed indagini più lente. I magistrati risponderanno direttamente del loro operato a chi li ha eletti e li ha scelti. A fronte di giudizi ridicoli, o lenti o falsati tornano a casa, senza più arte né parte.

  7. Lo Stato Liberale avrà meno Regioni delle attuali e le accorperà per tradizione storico-culturale. Alle Regioni è riservato un potere legislativo limitato ad alcune materie. Non esisteranno più Province, Città metropolitane, ed enti territoriali minori. I Comuni avranno solo poteri amministrativi. Le grandi città potranno accorpare amministrativamente quelle più piccole. Quindi niente più eserciti di occupazione territoriale fatto da amministratori, consiglieri, consulenti, portaborse, uscieri etc.

  8. Lo Stato Liberale è contro ogni forma di monopolio e di concentrazione economica e tende alla realizzazione di una vera economia di mercato favorendo la competizione e riducendo ogni sorta di barriera o di tariffe. La politica economica dello Stato Liberale deve favorire e difendere la produzione italiana nella competizione internazionale. Quindi grande attenzione alle PMI, al grado di produzione realizzato veramente in Italia e agli incentivi per creare valore nella nostra penisola.

  9. Lo Stato Liberale è per la flessibilizzazione e liberalizzazione completa del mercato del lavoro. Ciò impone la riforma completa del rapporto di lavoro sia privato che pubblico e la fine del mito del posto fisso. Quindi grande libertà a tutte le aziende di assumere e licenziare in funzione delle loro esigenze (problemi economici, incapacità, pigrizia, etc). E quindi anche grandi opportunità per i bravi, i meritevoli, i flessibili, i creativi di fronte allo spuntare continuo di nuove offerte di lavoro da un mercato finalmente libero. Ma servono chiaramente ammortizzatori sociali: lo Stato Liberale non ha nulla in contrario alla creazione di un Ente Statale dei Disoccupati. Almeno si fa chiarezza e si aboliscono le scuse, i lavori di facciata, i permessi annuali, i due/tre lavori sottobanco.

  10. Lo Stato Liberale prevede l’abolizione di tutti gli albi e ordini professionali e altre categorie protette, ivi compresi quelli dei giornalisti e dei magistrati. Si quindi ai controlli ex-post (idoneità, capacità, sicurezza, igiene, etc) ma piena libertà a tutti quanti di investire su sé stessi e nell’attività che si intende perseguire.

  11. La politica fiscale dello Stato Liberale si declina con:
  • una decisa riduzione del carico fiscale per imprese e persone fisiche,

  • l’ abolizione del sostituto di imposta  e di tutti i prelievi automatici,

  • la lotta all’evasione fiscale tramite la deducibilità dei costi sostenuti per la produzione del proprio reddito

  • l’obbligo del pareggio di bilancio di Regioni ed Enti pubblici, attraverso l’allineamento della spesa pubblica alle entrate realizzate,
  1. Lo Stato Liberale vuole la liberalizzazione del percorso individuale di studio, premia la meritocrazia e riconosce la qualità dell’insegnamento attraverso selezione del corpo docente e adeguamento del sistema premiante.

  2. Lo Stato Liberale abolisce i concorsi universitari per permettere la libera scelta dei professori da parte delle singole università ed impone l’auto-finanziamento delle università e la più libera scelta di alleanze internazionali.

  3. La difesa personale e del patrimonio è un diritto fondamentale del cittadino dello Stato Liberale che si impegna ad estendere il principio di legittima difesa verso specifiche fattispecie (furti in abitazioni e/o attività commerciali, stupri, atti vandalici, etc) e difende la certezza della pena definendo inammissibili le riduzione dei permessi, o amnistie e indulti.

  4. Lo Stato Liberale crede nel ruolo delle Forze Armate e quindi è per un continuo reclutamento e formazione professionale ai massimi livelli così come ad un continuo ammodernamento ed investimento negli armamenti.

  5. Lo Stato Liberale pone grande attenzione ad uno sviluppo economico-industriale compatibile con l’eco-sistema. I parametri di salubrità dei prodotti alimentari previsti dallo Stato liberale dovranno essere applicati anche ai prodotti di importazione.

  6. Lo Stato Liberale impone la logica del bello nell’ambiente  e nelle città e vuole la salvaguardia delle armonie (di forma, colore, struttura) nella costruzione e manutenzione degli immobili e dei giardini e parchi.

  7. Lo Stato liberale è un Paese dove è garantita la libertà di stampa e di espressione purché tale libertà non violi la vita privata dei cittadini e la segretezza delle indagini giudiziarie.

  8. Lo Stato Liberale ha il dovere di porre in primo piano la salute dei cittadini e prevede di organizzare e gestire direttamente dei centri di eccellenza per la cura e la ricerca, distribuiti in modo proporzionale agli abitanti, su tutto il territorio nazionale.

Mi fermo qui.
L’avvento dello Stato Liberale affranca il cittadino italiano dalle pastoie e dai freni nei quali è vissuto finora. E’ ovvio che questo non potrà avvenire in modo indolore ed è per questo che –forse- richiederà lacrime e  sangue.
Ma abbiamo di fronte a noi il disordine e l’inciviltà raggiunti dalla nostra società, in un circolo sempre più vizioso e sempre più rapido. Guardando gli occhi di mia figlia non posso star fermo ad aspettare Godot. Ho da tempo deciso di rimboccarmi le maniche sapendo di rischiare l’omicidio.  Ma lo Stato Liberale è l’Italia che voglio lasciare in eredità alla mia piccola.
Grazie a tutti!

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